La guida dettagliata di Fresciano si trova nel volume Alta Val Marecchia: Passo di Frassineto – Sintigliano – Valdazze – Caprile – Fresciano (Volume Secondo).
Comune: Badia Tedalda (Ar)
Quota:
Chiesa dei Santi Pietro e Paolo: mt. 798 s.l.m.
Fresciano di Sotto: mt. 682 s.l.m.
Dove si trova:
– Provenendo dalla Via Marecchiese in località Svolta del Podere si gira (indicazione Fresciano, Caprile, Arsicci) fino alla svolta sulla destra per la meta.
– Da Pieve Santo Stefano si sale fino al Passo di Frassineto. Al passo, seguendo l’indicazione Arsicci-Caprile si scende lungo la strada comunale fino al fondovalle del Marecchia. Svolta a sinistra fino al bivio sulla destra per la frazione.
– Da Balze: nei pressi della chiesa parrocchiale si prende la strada per Pratieghi, superata la quale si trova il bivio sulla sinistra per la frazione.
– Da Rofelle: strada carrareccia per Montebotolino. Da Montebotolino strada dissestata, con elevate pendenze, spesso chiusa per neve nel periodo invernale.
Descrizione: località montana costituita da più frazioni ravvicinate tra loro: Fresciano di Sopra e di Sotto, La Villa, a cui si aggiungono gli isolati edifici della chiesa della Madonna delle Grazie, di Ca’ de Taviani e il sito dell’antico castello medievale con scarsi resti di murature e con un interessante panorama sullo strapiombo creato dalle acque del Marecchia. La chiesa dei Santi Pietro e Paolo, in posizione decentrata rispetto all’abitato, conserva una pregevole terracotta invetriata Cinquecentesca della scuola dei Della Robbia. Il Santuario della Madonna delle Grazie, da sempre luogo grandemente venerato dalla popolazione locale, sorge in gradevole posizione agreste, probabilmente lungo il tracciato di quella che era la romana Via Ariminensis. Non lontano, oltre ai resti del castello, si trovano quelli dell’antico ponte sul Marecchia, uno dei pochi nei secoli scorsi dell’intera valle, testimone di quanto la località fosse un luogo di passaggio. Dalla frazione partono diversi sentieri per interessanti escursioni sia verso il crinale che divide la Toscana dalla Romagna (estese vedute panoramiche fino al mare Adriatico), sia verso Montebotolino (Strada panoramica Fresciano-Montebotolino), raggiungibile percorrendo antichi percorsi in un pregevole ambiente naturale ricco di corsi d’acqua e cascatelle.
Coordinate GPS:
Fresciano di Sopra: 43°43’34.12”N 12°08’08.47”E
Fresciano di Sotto: 43°43’28.31”N 12°08’44.72”E
Chiesa Madonna delle Grazie: 43°43’22.08”N 12°08’56.48”E
Per individuare la località sulla mappa satellitare copia le coordinate GPS e incollale in Google Earth (dal PC o dallo smartphone) andando su Ricerca→Cerca oppure in un navigatore GPS che supporti la ricerca con le coordinate.
Aggiornamenti successivi all’uscita del libro:
- Cappella o Celletta della Madonna: un documento inedito rivela la data, 4 giugno 1973, del furto della preziosa e antica statua lignea alloggiata all’interno della celletta. Così don Amedeo Potito descrive l’accaduto: … è stata trafugata, da ignoti, una Statua Lignea, policroma, rappresentante la Madonna col Bambino su di un braccio. L’opera, forse del secolo XV, alta un metro, era collocata in una maestà della pubblica via, nei pressi della chiesa parrocchiale di S. Pietro a Fresciano (foglio dattiloscritto di don Amedeo Potito, datato 8 giugno 1973, indirizzato alla Sovrintendenza di Arezzo e al Sindaco di Badia Tedalda, conservato presso l’Archivio don Amedeo Potito, Museo Comunale Alta Valmarecchia Toscana. Il libro Il Museo rubato, il furto d’arte nel territorio aretino dagli anni ’60 al 1983, a pag. 18 colloca il furto in data 11 giugno 1973, probabile giorno di protocollazione della lettera di don Amedeo Potito).
- Arredi nella chiesa di San Pietro: nella stessa lettera di cui sopra don Amedeo Potito elenca la presenza, oltre che della terracotta invetriata e del battistero Cinquecentesco … di molti candelieri in bronzo del ‘600 e ‘700. Uno strumento della Pace, in bronzo, del sec. XVI e vasi sacri pregiati. Vi è anche qualche inginocchiatoio e mobili della sacrestia, in noce, di stile assai bello; una delle due campane deve essere molto antica (per la campana, una delle più antiche della val Marecchia, si veda il libro alle pagine 164-165). Parte dell’arredo venne trafugato successivamente alla data della lettera (1973).
- Lavori alla chiesa di San Pietro: nel volume Arte nell’aretino, recuperi e restauri dal 1968 al 1974, si accenna a pag.506, ai lavori eseguiti alla chiesa di San Pietro nel 1973: consolidamento e restauro delle murature esterne portanti allentate dal fulmine, restauro tetti e lavori vari di sistemazione. Si ritiene un errore la localizzazione della chiesa, descritta in località Porciano, comune di Badia Tedalda. Evidentemente si tratta di Fresciano.
- Via Crucis: nel 1839 viene autorizzata dal vescovo di Sansepolcro l’erezione della Via Crucis (Biblioteca Vescovile Sansepolcro, Decreti Vescovili, Repertorio 1, Filza 11, 205).
- Chiesa di Santa Maria delle Grazie: nella stessa lettera di cui sopra don Amedeo Potito accenna in modo sommario, agli arredi del romitorio: … conserva cose assai interessanti, oltre il quadro della Madonna, legato al passaggio di papa Clemente VII col Card. Bevilacqua, diretto a Bologna per incoronare Carlo V, nel febr. 1530.
- Dubbi sull’antico dipinto della Madonna nella chiesa di Santa Maria delle Grazie: nel libro, alle pagine174 (nota 24) e 176 si esprimono dubbi sul fatto che l’attuale dipinto raffigurante la Sacra Famiglia corrisponda a quello antico, venerato da secoli dalla popolazione. Il dubbio sembrerebbe dissipato dal ritrovamento, da parte dell’autore, di un’immagine dell’originario dipinto, riproducente il medesimo soggetto, ma con alcune differenze: la Madonna al centro appare incoronata e con una croce al petto ed ugualmente il Bambin Gesù in braccio appare incoronato e con un doppio giro di collana al collo. Nel 1950, come riportato nel testo, l’originario dipinto venne spostato nella soprastante chiesa di San Pietro, mentre nel 1955 venne incoronata la nuova immagine della Madonna, quella che osserviamo oggi. Dell’antico dipinto, quindi, non vi è più traccia a Fresciano. Particolare della collana al collo del Bambin Gesù: la collana riveste un carattere simbolico, in voga particolarmente a partire dal XVI secolo (periodo al quale potrebbe risalire l’originario dipinto), avente la funzione di proteggere il Bambino. Nella tradizione popolare era difatti consuetudine fare indossare una collana di corallo rosso per difendere il neonato da ogni male. A tal proposito scrive Chiara Frugoni (La voce delle immagini, pillole iconografiche dal Medioevo, Einaudi editore, 2010): … nel Medioevo il rosso rametto era ritenuto utilissimo, oltre che per difendersi dai temporali e dai fulmini, per fugare tutte le malattie che così pericolosamente minavano la salute infantile …
L’immagine ritrovata è riprodotta, a bassa risoluzione, in una cartolina religiosa in bianco e nero intitolata Miracolosa Effige e Santuario della Madonna delle Grazie in Fresciano-Badia Tedalda (Arezzo), conservata presso l’Archivio Amedeo Potito di Badia Tedalda. - Ca’ de Taviani: il casolare, nei pressi di Fresciano, era già abitato dai Taviani nel corso del Settecento: un atto di battesimo nella pieve della non lontana Corliano (alta val Tiberina) del 27 dicembre 1782 cita Francesca del fu Mario Tavianj di Fresciano, moglie di un Brizi di Fratelle, località ricadente sotto la stessa pieve (Archivio Storico Diocesano di Sansepolcro, Libro dei Battesimi della Pieve di Corliano).
- Caduto guerra di Libia: nel libro si riporta la testimonianza di Montini Pier Luigi di Rofelle secondo il quale il militare Giovannini Narciso non morì durante la prima guerra mondiale, come riportato nella lapide della chiesa di Fresciano, ma durante la guerra di Libia. La circostanza è confermata dal ritrovamento del certificato parrocchiale di morte, redatto da don Pietro Bernacchi, secondo il quale egli, nato il 9 settembre 1891, di condizione colono, morì, assistito dal cappellano militare, il 7 settembre 1913 alle ore 19 nell’ospedale militare 1° di Derna, sulla costa libica, a causa della dissenteria (curiosamente compare una seconda copia del certificato con la morte indicata alle ore 4 del mattino) . Seppellito nel cimitero cristiano di Derna, la salma, assieme a quelle di tutti i caduti italiani, fu traslata nel 1955 nel cimitero cristiano di Tripoli (Hammangi) fino al 1971, anno in cui per sottarlo alla distruzione voluta da Gheddafi, i poveri resti furono trasportati in Italia. Per chi ne fece richiesta avvenne la traslazione nel luogo di residenza, mentre per tutti gli altri, compreso probabilmente il Giovannini, ci fu la deposizione nel Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari.
- Errata corrige: nel libro, a pag. 164, è riportata correttamente in numeri arabi la data dell’iscrizione apposta nel portico della chiesa di Fresciano (anno 1648), ma erroneamente scritta in caratteri romani: CIƆ IƆ CCIIL (la forma corretta sarà quindi CIƆ IƆ CIIL).
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