La guida dettagliata di Caprile si trova nel volume Alta Val Marecchia: Passo di Frassineto – Sintigliano – Valdazze – Caprile – Fresciano (Volume Secondo).
Comune: Badia Tedalda (Ar)
Quota: mt. 808 s.l.m. (Castello)
Dove si trova:
– Provenendo dalla Via Marecchiese in località Svolta del Podere si gira (indicazione Fresciano, Caprile, Arsicci) fino al fondovalle del Marecchia. La strada provinciale continua in salita fino a raggiungere in breve il bivio per Caprile, discosta dalla strada.
– Da Pieve Santo Stefano si sale fino al Passo di Frassineto. Al passo, seguendo l’indicazione Arsicci-Caprile si scende lungo la strada comunale fino al fondovalle del Marecchia. Svolta a sinistra fino al bivio per la frazione.
– Da Balze: strada per Pratieghi. Superata la località e il bivio per Fresciano si incontra sulla destra il bivio per Caprile.
Descrizione: località montana sparsa, composta da più frazioni ravvicinate tra loro: La Villa, Il Raggio, Croce, Ca’ il Fabbro, Castello e la chiesa, quest’ultima, con opere di rilievo all’interno, isolata e al limitare del dirupo che precipita nel fiume Marecchia. La Villa e il Castello, i centri principali, sono caratterizzate da antiche case in pietra, per lo più ristrutturate. Al Castello ebbe probabilmente origine la località, nel luogo rialzato (punto panoramico) in cui scarsi resti murari indicano la presenza di quello che poteva essere il medievale castello. Diverse vie si incrociavano a Caprile: la Via del Marecchia, proveniente da Fresciano e diretta a Pieve Santo Stefano (oggi un viottolo tra le case a La Villa); la via proveniente da Pratieghi, percorribile sia a monte di Ca’ il Fabbro, sia al Castello; la via verso Arsicci e Valdazze, forse di una certa importanza storica nei tempi antichi, oggi una piacevole passeggiata dalla chiesa fino al ponticello pedonale sul Marecchia con risalita da un lato verso Arsicci, dall’altro verso Valdazze (ostacolata dalla vegetazione), con diramazione per Pratieghi. La località nel 1944 si trovava lungo la linea gotica, la linea difensiva tedesca volta a contrastare l’avanzata alleata in direzione della pianura Padana, testimoniata ancora oggi da alcune postazioni nel terreno utilizzate per ospitare pezzi di artiglieria.
Coordinate GPS: 43°43’11.80”N 12°07’00.66”E (Il Castello, rialzo panoramico).
Per individuare la località sulla mappa satellitare copia le coordinate GPS e incollale in Google Earth (dal PC o dallo smartphone) andando su Ricerca→Cerca oppure in un navigatore GPS che supporti la ricerca con le coordinate.
Aggiornamenti successivi all’uscita del libro:
- Lavori alla chiesa di San Bartolomeo: nel libro vengono riportati i lavori del 1909 alla chiesa di San Bartolomeo. Un documento inedito aiuta a fare chiarezza su alcuni punti. Un decreto del Vescovo di Sansepolcro del 12 aprile 1907, autorizza il parroco di Caprile (don Pietro Maggi) a vendere piante per il valore di Lire 4000 per ricostruire la chiesa minacciante rovina. L’edificio antico si trovava quindi in pessimo stato, probabilmente pericolante e la ricostruzione riguarderà l’intero fabbricato che a lavori conclusi assumerà la forma attuale. La vendita di piante, ossia il taglio di uno o più boschi su terreni di proprietà della chiesa di Caprile, serviva per far fronte alla cronica mancanza di fondi, particolarmente grave nelle isolate parrocchie di montagna (Fonte: Biblioteca Vescovile Sansepolcro, Decreti Vescovili, Repertorio n.1, Anno 1907, n.4).
- Decesso di un soldato poco prima dello scoppio della Grande Guerra: dall’esame del registro dei defunti del 1915 veniamo a conoscenza della triste sorte di Pietro Pierattelli, nato ad Arsicci ma domiciliato a Caprile, figlio di Antonio e Giovanna Andrani. Egli, nato il 6 agosto 1895 fu richiamato anticipatamente, nel gennaio 1915, al servizio di leva in previsione della guerra ormai imminente contro l’Austria-Ungheria. Morì pochi giorni dopo l’arruolamento, il 2 febbraio, alle ore 11 circa a causa di meningite acuta nell’ospedale militare di Milano. Il suo corpo fu deposto in Milano nel camposanto (Biblioteca Vescovile di Sansepolcro, Duplicati parrocchiali dal 1915 al 1917, sez. Defunti, Fascicolo 1915).
- I Marsili camaldolesi: nel libro, alle pagine 117-118, si accenna ad un illustre personaggio di Caprile, don Pierdamiano Marsili, eletto tre volte priore generale degli Eremiti Camaldolesi. Aggiungiamo qualche notizia inedita: Serafino Marsili nacque a Caprile il 9 gennaio 1817, vestì l’abito monastico il 19 settembre 1841 e prese i voti il 29 settembre 1842 col nome di Pierdamiano. Fu Abate Generale dell’ordine negli anni 1862-1863, 1882-1888 e 1892-1895. Morì a Camaldoli, dove venne sepolto, il 23 dicembre 1895 . Proveniva da una famiglia religiosa: fu difatti portato al Sacro Eremo, assieme al fratello, dal padre sacerdote, il quale entrò negli ordini sacri dopo la morte della moglie. Il fratello, don Placido Marsili, al secolo Marsilio, nacque a Caprile il 24 gennaio 1815, vestì l’abito il 29 gennaio 1840 e prese i voti il 27 febbraio 1841. Morì a Roma il 29 ottobre 1862 mentre era Procuratore presso la Santa Sede e venne sepolto presso la chiesa camaldolese di San Gregorio al Celio. Ambedue i fratelli ebbero ottima fama di monaci dotti e osservanti (Fonte: lettera dattiloscritta di don Giuseppe M. Cacciamani dell’Archicenobio di Camaldoli datata 3 febbraio 1967 e indirizzata a don Amedeo Potito, conservata presso l’Archivio Amedeo Potito – Busta 105 – del Museo dell’Alta Valmarecchia Toscana di Badia Tedalda; nella lettera un post scriptum afferma che al Sacro Eremo … esiste una foto rivestiti degli abiti … non potrà essere riprodotta perché altamente sbiadita).
- Impresa edile dei Brizzi: nel volume si accenna all’impresa edile del muratore Brizzi che a Caprile si occupò della ricostruzione della chiesa agli inizi del Novecento. Un Brizzi (Lino, 1923-2017) si trasferì ad Alfero nel 1942 e nel 1947 costruì la centrale idroelettrica, sul torrente Alferello, che che per la prima volta portò la corrente elettrica ad Alfero (già nel 1913 un frate, Padre Guerra, nativo di Pratieghi, aveva fatto costruire una centrale idroelettrica alla Falera, sull’opposto versante del Fumaiolo, permettendo così l’illuminazione di Balze, Montecoronaro e Verghereto). Fonte: D. Farneti, M. Burioni, G. Camagni. Le nostre radici. Balze, Verghereto, Alfero. Cesena, 1991.
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Aggiornamenti successivi all’uscita del volume:
- Nel volume si accenna all’impresa edile del muratore Brizzi che a Caprile si occupò della ricostruzione della chiesa agli inizi del Novecento. Egli, evidentemente abile nel suo mestiere, costruì anche una centrale idroelettrica ad Alfero, sul torrente Alferello, probabilmente tra gli anni Venti e Trenta del Novecento, consentendo alla località di essere una delle prime della zona ad utilizzare l’energia elettrica al posto delle candele (già nel 1913 un frate, Padre Guerra, nativo di Pratieghi, aveva fatto costruire una centrale idroelettrica alla Falera, sull’opposto versante del Fumaiolo, permettendo così l’illuminazione di Balze, Montecoronaro e Verghereto).
Fonte: D. Farneti, M. Burioni, G. Camagni. Le nostre radici. Balze, Verghereto, Alfero. Cesena, 1991.
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