Viamaggio

La guida dettagliata di Viamaggio si trova nel volume Alta Val Marecchia: Viamaggio – La Spinella – Cerbaiolo – Cocchiola (Volume Primo).


Comune: Badia Tedalda (Ar)
Quota: mt. 870,6 s.l.m.
Dove si trova: lungo la strada Marecchiese tra Badia Tedalda e il Passo di Viamaggio.
Descrizione: antica frazione, già sede della dogana granducale toscana, adagiata lungo la strada Marecchiese (chiesa, edificio della dogana, meridiana granducale).

Coordinate GPS Viamaggio Badia Tedalda: 43°41’26,38”N 12°04’02.83”E
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Aggiornamenti successivi all’uscita del libro:

  • Demolizione e ricostruzione chiesa: la vecchia chiesa, cadente e in condizioni statiche precarie, fu demolita nel 1914. I lavori per la costruzione del nuovo edificio religioso, salvo parte delle fondamenta, andarono avanti per quasi cinque anni e la nuova chiesa, ampliata nelle dimensioni che vediamo oggi, venne aperta al culto nel 1919, così descritta: a croce latina con due cappelle e sagrestia, due altari senza pregio artistico, due piccole campane e battistero in cemento. Nel 1929 si evidenziava comunque la necessità di riparare i tetti, verniciare le porte e gli infissi (Documento inedito: Inventario del 23 ottobre 1929 redatto dal sacerdote don Fedele Bellini, conservato presso la Biblioteca Vescovile di Sansepolcro).
  • Casa canonica: non venne ricostruita come l’adiacente chiesa, ma furono rifatti i pavimenti, gli infissi e le facciate come terremotata (forse danneggiata dal terremoto del 1919). Fino al 1944 si presentava a due piani. Demolita dai tedeschi venne ricostruita in forma diversa ed alzata di un piano.
  • Lavori alla chiesa prima del 1914: la vecchia chiesa, in data imprecisata, ma col vecchio parroco (si intende quindi con il parroco che la resse fino al 1914) subì alcuni lavori, col concorso della famiglia Biozzi che contribuì con 12.000 Lire, dell’Economo Generale della diocesi e del comune di Badia Tedalda che concorse con Lire 500 (Fonte inedita idem come sopra).
  • Sede vacante e arredi: la parrocchia rimase senza parroco dal luglio 1914 (probabile mese di abbattimento della chiesa) certamente fino al 1929 e probabilmente fino al 1935. Fecero eccezione gli anni 1926 e 1927. Nel 1929 la troviamo arredata molto poveramente, mancando anche il necessario (messali, ostensorio, leggio, candelieri, croce sull’altare, alcune vesti per il sacerdote … mentre il resto è stato fatto dal popolo!) e dotata di un armadio non ben custodito né ordinato. All’interno della chiesa vi era uno spazio, il coretto, riservato ad una famiglia del luogo, che possiamo facilmente immaginare quella dei Biozzi, la quale fino al dopoguerra avrà un’entrata in chiesa riservata (entrata nell’ala sinistra dell’edificio dove si vede ancora oggi una porta). La parrocchia contava in quell’anno 142 abitanti e nei tre anni precedenti si erano celebrati tre battesimi, un matrimonio e due funerali (Fonte: idem come sopra).
  • Parroci dal 1935: dal 15 novembre 1935 parroco fu don Domenico Mencaroni che lasciò l’incarico il 16 luglio 1937 rendendo la sede vacante. Il 16 ottobre 1937 il sacerdote delegato dal vescovo, don Giovanni Contessi, il delegato dell’Ordinario Diocesano, don Ferdinando Fabbri, il Rappresentante del Governo, Claudio Nussini della Prefettura di Arezzo, redassero l’inventario della chiesa e procedettero all’affidamento temporaneo della parrocchia, quale Economo Spirituale, al parroco di Fresciano don Igino (Gino) Lazzerini, per la cui notevole figura nel corso della seconda guerra mondiale si rimanda alla lettura del capitolo su Fresciano nel Volume Secondo (Fonte: Chiesa di Viamaggio, Riscontro e Ripresa di Consegna, Archivio Inventari presso la Biblioteca Vescovile di Sansepolcro).
  • Compagnia del Santissimo Sacramento: venne eretta il 13 maggio 1872 (Biblioteca Vescovile di Sansepolcro, Decreti Vescovili, Repertorio, Numero 1).
  • Caduto della prima guerra mondiale non presente negli elenchi ufficiali: dal registro dei morti della parrocchia di Viamaggio, anno 1916, redatto dal sacerdote don Fedele Bellini parroco del Cerbaiolo (a Viamaggio la carica era vacante) risulta caduto per ferite riportate nel combattimento, il 27 giugno 1916, Cipriani Sesto, nato il 4 settembre 1896 a Viamaggio, dove risiedeva e dove svolgeva la professione di agricoltore, figlio di Ferdinando e di Modesta Bini. Come luogo di sepoltura il sacerdote indica nelle montagne del Trentino. Il nome non compare in alcun elenco ufficiale di caduti, ma curiosamente nell’Albo d’Oro risulta un Cipriani, di nome Bernando, nato il 25 marzo 1896 nel comune di Badia Tedalda, caduto nella stessa data per ferite riportate in combattimento nell’altopiano di Asiago (non combaciano perciò il nome di battesimo, la data di nascita e nemmeno la paternità: al momento non siamo in grado di stabilire se si sia trattato di una improbabile serie di errori di trascrizione da parte del sacerdote o se si tratti realmente di due differenti caduti).
  • Perché i Biozzi si trasferirono a Viamaggio? La famiglia Biozzi fu per secoli una delle più importanti, influenti e ricche di Bagno di Romagna e tra i suoi componenti numerosi furono gli uomini di governo della locale comunità, i notai, i medici, gli avvocati e gli abati. Tra le numerose proprietà dei Biozzi rientravano anche i tanti allevamenti di bovini, ovini ed equini stanziati nei pascoli dell’alta valle del Savio e che regolarmente praticavano, come da secolare tradizione, la transumanza autunnale nella Maremma grossetana dove la famiglia possedeva alcune fattorie. Viamaggio rappresentava quindi, dopo un primo spostamento dall’alto Savio via Montecoronaro-Pratieghi, il luogo di raduno delle grandi carovane di bestiame, con migliaia di capi, seguite dai numerosi uomini al seguito. Seguiva poi la discesa in val Tiberina attraverso la Via Maremmana, in seguito chiamata anche Sentiero o Via dei Biozzi. Viamaggio era quindi un luogo ben conosciuto ai Biozzi e l’acquisto nei primi decenni dell’Ottocento (come meglio specificato nel Volume) di un immenso patrimonio terriero situato tra il Passo di Viamaggio e Badia Tedalda, comprensivo dell’intero abitato di Viamaggio, delle case coloniche dei dintorni e dei numerosissimi terreni ricchi di pascoli, boschi e coltivi, rispondeva all’esigenza di disporre di un solido punto di appoggio per le mandrie, in attesa anche per più giorni, unito al redditizio investimento nella terra e nel bestiame, le principali ricchezze dell’epoca. Contemporaneamente all’acquisto un ramo della famiglia si stabilì definitivamente a Viamaggio, perdendo col passare del tempo ogni legame coi Biozzi di Bagno, reciso del tutto nel corso del Novecento. L’ultima discendente, per parte di madre, ad abitare nella ex dogana granducale, dimora della famiglia, fu Paola Massa (1937-2018).
  • Strada di Monteverde e metanodotto: dal colle sopra la frazione di Viamaggio parte l’antica Strada di Monteverde. Il tracciato descritto nel libro è occupato dal 2020 dal cantiere per la posa del metanodotto Sansepolcro-Rimini. Al termine dei lavori di scavo dovrebbe essere ripristinato il precedente stato di fatto.
  • Modifica tratto di strada granducale: nel giugno 2020, a seguito di alcuni lavori accessori per la posa di un nuovo metanodotto, è stato modificato artificialmente il breve tratto di strada granducale descritto nel libro. La nuova strada, ricoperta di pietrame e ghiaia, al momento non presenta più le rade tracce della vecchia pavimentazione.

Galleria fotografica

Viamaggio-Badia Tedalda-chiesa-Sant'Emidio
Viamaggio: chiesa di Sant’Emidio affacciata sulla strada Marecchiese.
Viamaggio-Badia-Tedalda-dogana-granducale
Viamaggio: sede della ex dogana granducale, oggi abitazione privata.
Viamaggio-dogana
Viamaggio: veduta invernale della dogana granducale.
Viamaggio-veduta-strada-granducale
Viamaggio: veduta della frazione dalla vecchia strada granducale.
Viamaggio Badia Tedalda meridiana di epoca granducale
Viamaggio: meridiana di epoca granducale.
Viamaggio-La-Cocina
Viamaggio: La Crocina, lungo la strada di Monteverde. Sullo sfondo il Passo di Viamaggio.
Viamaggio-antica-Strada-Monteverde
Viamaggio: un tratto dell’antica Strada di Monteverde.
Viamaggio-Strada-Monteverde
Viamaggio: la Strada di Monteverde poco sopra la frazione.
Viamaggio-ghiacciaia
Viamaggio: ghiacciaia nel folto del bosco.
Viamaggio-Badia-Tedalda-strada-granducale-pavimentazione
Viamaggio: un tratto della vecchia strada granducale con resti di pavimentazione.

All’interno del libro

Esamineremo la particolare storia della frazione di Viamaggio, non lontana da Badia Tedalda, con la sua chiesa e la dogana del Granducato di Toscana, una delle meglio conservate tra quelle esistenti. Esploreremo gli stili di vita degli antichi abitanti di questo isolato angolo di Appennino, osserveremo alcuni tratti dell’antica Strada del Marecchia, ancora visibili nei pressi della frazione, affronteremo le numerose escursioni che da Viamaggio portano agli antichi casolari e monasteri alle prime pendici dell’Alpe della Luna, in un contesto ambientale e paesaggistico di assoluto rilievo.

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Viamaggio Badia Tedalda nel libro “Alta Val Marecchia, storia, arte, ambiente, cultura”